Riunisco qui – ispirato dal tempo della vendemmia – una serie di pensieri veronelliani sul vino.
Perchè siano d’auspicio a un’annata che viene preannunciata buona un po’ in tutt’Italia.
Gian Arturo Rota
Il vino ha origine dalla pianta simbolica, la vite.
E’ coltivato, e non fabbricato come le cose inerti.Il vino è il canto della terra verso il cielo.
Il vino, dopo l’uomo, è il personaggio più capace di racconti.Dopo l’uomo, subito dopo e prima d’ogni animale, è il vino ispiratore di cultura.
Lui vino, io uomo, capaci di dialogare.Abbia, il vino, nascita, per produttor’e terra, tale da far prevedere lunga lunghissima vita.
Vi sono vini superbi che m’han fatto sognare sghembo, per ciò stesso ancor più amati.Il vino trasferisce la sua anima in chi lo onora bevendolo.
Bevi il vino con rispetto, “lui” ti diverrà amico e ne avrai, solo, gioia e salute.Il vino è un valore reale che ci dona l’irreale.
Il vino va bevuto per questo miracolo. Spinge l’intelligenza alle cose migliori.Guardare l’antica bottiglia, il quadro di Tintoretto, la scultura di Moore,
le colline della “mia” Bergamo, con provocazioni non uguali certo, certo parallele.
Nelle mie vene, non sangue, vino scorre.Le qualità di un vino completano il piacere di un cibo e lo spiritualizzano.
Vi è qualcosa che sfugge, qualcosa che solo noi conosciamo, con cui solo noi comunichiamo, noi che amiamo il vino:
la sua anima.Luigi Veronelli