2010, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo
A cura di Gian Arturo Rota
Festeggiare la vita è espressione che Veronelli, nello scrivere ha esplicitato solo negli ultimi anni, ma che, nella sua esistenza, ha messo in atto per l’intero corso.
Un’esistenza, segnata da innumerevoli viaggi, esperienze, incontri, relazioni, assaggi, letture, e da un “efferato” impegno civile e sociale sfociato anche in polemiche e battaglie “epiche”, per la difesa dei valori contadini e della Terra.
“Uomo dato alla gola, e a tutti i piaceri sensuali e mondani”, Veronelli ha rivendicato assoluto – per l’uomo morale (“l’uomo, la donna, amica mia paritaria”) – il diritto alla gioia; lui lo ha pienamente realizzato nel campo del suo privilegio (cibi, vini), ma anche cercato, e soddisfatto, in ogni gesto estetico della quotidianità.
Per lui ogni cosa corrispondeva ad un “incontro”, da vivere al meglio. Tanto da essere riconosciuto e celebrato quale icona della cultura materiale di cui ha voluto cogliere e saputo comunicare tutta la portata filosofica, lui che la filosofia l’ha studiata ed esercitata per davvero.
Nella mostra è tracciato – seppur parziale, tanto vasto il suo archivio – un percorso che evidenzia come Veronelli festeggiava la vita sua: le persone, il vino, la buona tavola, i libri, il pensiero, le parole (scritte e dette), l’anarchia, l’arte.