L’Etichetta, trimestrale dedicato alla vita materiale, esordisce nel 1983 e Veronelli la dirige sino al 1991. L’idea è di descrivere la giornata del “giovin signore” che ricerca per sè il meglio in qualsiasi momento e gesto della stessa. “L’Etichetta”, dichiarerà Veronelli, “nasce col proposito di accompagnare e sottolineare il crescere dell’esigenza qualitativa. L’uomo, in ogni luogo del mondo, prende coscienza di sè e si accultura; è proprio questa crescita culturale che lo rende più esigente nei confronti di ogni aspetto del vivere.“
Sia intesa come regola, pratica, costume e («più correttamente d’ogni altro», scrive, nel 1600, Lorenzo Magalotti, Roma 1637 – Firenze 1712) stile, sia come insegna, targhetta, cartellino a distinguere un manufatto, pochi altri nomi hanno in sé, così chiari, il programma e il messaggio.
Io e i miei collaboratori – ciascuno, nel proprio campo, ai vertici – proporremo, in un libro che avrà cadenza trimestrale, a te giovin signore (giovane certo, quantomeno per spirito), ed a te giovanissima amica paritaria, quanto di meglio avremo selezionato, dopo attent’e minuzios’e personali sperimentazioni, e con l’esasperata volontà di perfezione.
Argomento gli “incontri” e gli oggetti della tua vita, dal momento del risveglio mattutino (il primo numero, faccio esempio, si apre con tutt’una serie sfiziosa di scendiletto), ora via ora – così da coinvolgere ogni “impegno”, di lavoro (la motocicletta che ti porterà nella buona stagione, l’automobile nella cattiva, il computer, la macchina da scrivere continua continua) e le piacevoli soste: tavola, sport, vacanze – sino al momento del riposo (amore e sonno).
Di persona – «uomo dato alla gola, e a tutti i piaceri sensuali e mondani» – provati da me, goduti da me, scritti da me, ti racconterò la serie lunga e provocante dei cibi, dei vini, delle acqueviti e degli accessori di tavola.Luigi Veronelli